martedì 6 marzo 2007

La parola alla storia di ognuno!

Sono tante le cose che vorrei scrivere.
Talmente ingombranti e talvolta anche confuse che dipanare i pensieri e sciogliere la penna è complicato.
E si rischia di banalizzarle tutte.
Cinicamente trentenni è la mia risposta a chi ci chiama generazione low cost, “quella dei precari qualificati e non”, quella dalle aspettative peggiori rispetto ai propri genitori, quella del “viviamo qui e subito” perché il Domani è solo un’etichetta a cui appendere qualche sogno.
Quella dei coraggiosi per forza quindi. Ad oltranza.

Mi piacerebbe raccogliere le vostre esperienze, opinioni a denti stretti, commentare con voi che siete intorno ai 30 avvenimenti e situazioni vissute e, perché no, pensare di pubblicarle un giorno o l’altro (con il vostro permesso s’intende).
Perché “masticare amaro” in gruppo risulta più digeribile no?
E se si fosse in tanti, allora forse avremmo una voce e qualche idea in più.

Quindi iniziamo da me:

Quasi 30 anni (a Luglio il giro di boa), umbro.
Sposato con una donna magnifica, un lavoro che non si sa in cosa consista (ma lo svolgo al meglio), un auto, un affitto. Non ho problemi di soldi. Per adesso. “A termine insomma”.
Non so spiegare ai miei genitori, moglie, suoceri ed amici quale/i lavoro/i faccio e perché vado a farlo/i a 85 Km da dove abito. Ogni giorno. La cosa più brutta è che al "quale" devo rispondere con un "perché", anche a me stesso. Perché finchè c’è/ci sono lo/i devi fare.
Proviamoci: “Consulente/Ricercatore COCOCO per un ente pubblico centrale (dipartimento di un ministero) con sede di lavoro in uno locale” + “assegnista di ricerca per l’Università”.
<< Si ma in concreto? >> . Di solito concedo all’interlocutore di scegliere tra tre risposte (tanto ormai sarà sicuramente riconcoglionito da qualche quiz televisivo):
1) L’impiegato (Ce lo fatta. L’ho convinto. Ma chi ha mai saputo cosa quotidianamente un impiegato faccia?!)
2) Annaspo con dignità (Pffiùù. Che palle. Vediamo se ha capito che non ho voglia di spiegarglielo!!!)
3) Stercorario da ufficio (uscirne con una battuta è sempre vincente. Avete presente quello scarafaggio che fa palline di sterco. Ecco, io ne faccio tante e velocemente in ufficio e fuori).
Dimenticavo. La mia automobile chiaramente è Gpl.
E mi reputo, anzi sono, un fortunato.
Eppure non è bastato laurearsi nei tempi previsti con il rischio di farlo con una sessione di anticipo, le borse di studio, 2 master e ½, gli stage, i corsi di approfondimento...le cataste di CV inviati e i tanti tanti tanti colloqui, sempre esponenzialmente meno dei CV inviati.
Ho giurato di non far condizionare le mie scelte dalla paura, ma qualche volta è dura.
Stare sempre accesi, in allerta in attesa di un approdo se non stimolante almeno riparato.
Aspirare a progettare almeno a grandi linee la propria vita è un peccato? Chissà forse Ratzinger lo annuncierà al prossimo Angelus insieme ad un nuovo “richiamo” al mondo cattolico contro la fecondazione assistita. Colgo l’occasione per ringraziarlo caldamente: data la mia diagnosticata infertilità prima o poi dovrò concedermi una “girovacanza” all’estero per provare ad essere padre!
Sono (o meglio ero) un diessino tradito, uno dei tanti della nostra età dei “non ex DC, non ex PC, non ex PSI” (insomma di quelli un po’ più liberi ideologicamente) che credeva in una possibilità di cambiamento. Ora ho solo voglia di battermi per delle questioni reali indipendentemente dalla bandiera.
Avverto il peso del disimpegno della mia generazione e la vigliaccheria senile di questa ammissione, ma faccio quadrato sulle poche persone e sulle poche cose che per me contano.
Ho deciso che me ne infischio e che il mio equilibrio me lo trovo da solo.

19 commenti:

Manuel ha detto...

vedo che anche tu ti sei dato a blogspot! grande! io mi sono arenato ... maledette giornate da 24 ore ...

Paola ha detto...

Sono “la donna magnifica di cui sopra” (sposata ad un uomo con un ottimo senso critico!). Il compimento del mio trentennio è dietro l’angolo e so che ci arriverò tranquilla, con la coscienza a posto di chi – tra tante fesserie - ancora non è giunta a commettere gli errori più grossolani che possa fare una donna della mia età: aver maturato patetici pregiudizi sugli uomini e (più grave) indossare jeans con scritte sul fondoschiena e/o mollettine da Lolita!
Eppure, parlando di lavoro, troppo tranquilla non dovrei stare. Il precariato è una condizione che mi è familiare e che mi riguarderà per diversi anni, anche se lo vivo da un punto di vista diverso, quello del docente a tempo determinato nella scuola superiore.
Chi è diventato insegnante – l’ho riscontrato osservando un campione consistente- di solito è stato spinto da una delle due seguenti motivazioni:1)ha fallito la sua strada e la scuola rimaneva l’unica prospettiva (categoria Prof “frustrato e irascibile”); 2)voleva arrotondare il suo stipendio principale proveniente da altre attività (categoria Prof “distratto e assenteista” – ma rintracciabile al telefono del suo studio di architetto/commercialista). Ah sì, poi c’è anche chi considera l’insegnamento una vocazione (categoria Prof “patetico”)… Comunque il grosso del campione stima il proprio mestiere poco gratificante e la conseguente retribuzione quasi un insulto.
Bah. Io questo lavoro l’ho scelto lucidamente, dopo la laurea, perché penso possa essere utile e perché mi lascia parecchio tempo libero. Non intendo quindi fare del vittimismo; mi rendo conto che un contratto a tempo determinato nella scuola è da tenere stretto di questi tempi, e l’assunzione definitiva è solo questione di saper aspettare. Anni, sicuramente, ma si intravede la luce.
Però permettetemi di digrignare i denti con eleganza se ascolto i discorsi dei miei colleghi in età pensionabile: quelli che commentano le loro future pensioni chiedendosi come faranno ad andare avanti con 1500 euro al mese, che scuotono la testa funerei al pensiero di ricevere “solo” l’80% dello stipendio incuranti del fatto che chi li guarda con occhi sgranati tra trent’anni potrà sperare di averne forse la metà.
Mi piace pensare alla generazione degli attuali cinquantenni attraverso Gaber quando cantava impietosamente “La mia generazione ha perso”. Ma la nostra rischia di non entrare neppure in gioco.

Lele ha detto...

Come non contribuire al raggiungimento dei 200 commenti...
Io i trenta anni li ho raggiunti da qualche mese e mi dirigo verso i 31; sono uno dei pochi fortunati della cosiddetta generazione dei 1000 euro che, dopo oltre un anno di precariato, quello più vero, quello interinale, è riuscito ad ottenere un contratto a tempo indeterminato!Indeterminato: cosa significherà mai; sono passati infatti pochi giorni dalla firma dell'insperato contratto e ancora non sono propriamente cosciente di ciò che possa significare avere un contratto a tempo indeterminato ma di una cosa sono sicuro, sarebbe irriguardoso verso i miei coetanei il contrario, sono sicuro di essere un privilegiato! Sono privilegiato sì, ma non solo per il lavoro, soprattutto per le persone che mi circondano: Raffaella, la famiglia e gli amici come quella donna magnifica di cui si parlava e l'uomo con l'ottimo (anche se a mio avviso eccessivo)senso critico!
Concludo con un consiglio: festeggiate i trenta anni vestiti come 15enni,(se volete, io ho un paio di pinocchietti a quadri che vi posso prestare), ma soprattutto festeggiateli con gli affetti più cari e non sarà una giornata in cui vi sentirete vecchi ma una giornata in cui vi sentirete bene!!
Lo sò, è facile dirlo dal mio attuale punto di vista, ma sono convinto che CE LA FAREMO! In bocca al lupo a tutti i 30enni, quelli che li hanno compiuti e quelli che li compiranno!

mcav ha detto...

Ciao ragazzi, che piacere essere il quarto, il posto pù sfigato, il primo fuori dal podio! Ma va bene così... è colpa mia!!!
Cosa dirvi dei miei trent'anni... io li ho passati da quasi due anni e vi dirò... oramai non ci faccio più caso, anzi alla gente dico già che ne ho 32 anche se non li ho ancora compiuti!!
Per il resto io sono uno di quelli che l'Università l'ha fatta, e anche abbastanza bene, e poi , non pago, s'è anche fermato altri tre anni per un bel Dottoratino di Ricerca che mi ha dato 2 cose:
la possibilità di scrivere Phd nella firma della mia e-mail di lavoro e un diploma che sta da un anno nel tubo con cui mi è stato spedito!
Per il resto considerate che il mio capo ha due anni meno di me ed è perito industriale!!
Non vi logoro qui con le mie ansie e delusioni da uno che voleva fare il motorista alla Ferrari e si ritrova a piegare tubi alla Zeuna... Per questo vi lascio con una massima che ha sempre accompagnato la mia vita e che dovrebbe far pensare tutti:"...certo, facile scopasse quelle bone!"

piddu ha detto...

Dice il saggio: non facciamoci travolgere dalla paccottiglia.

Se voglio contribuire alla risucita della scommessa devo sbrigarmi.
Fra due mesi sono 35 e divento fuori target (per ora sono il più vecchio tra tutti voi e temo che lo rimmarrò).
Non ho ancora ben capito se il lavoro che faccio (per chi non lo sapesse sono un avvocaticchio di provincia - come senso critico è sufficiente?) mi piace oppure no o se lo ho davvero scelto o me lo sono ritrovato addosso.
Due cose le so: 1) che ho lottato per raggiungere quello che sono e questo mi soddisfa; 2) che quello che il lavoro mi rende (ah, il vil denaro) mi consente di realizzare ciò che mi piace e questo mi conforta.
Non a caso nel mio studio ho appeso alcune foto dei miei viaggi (altre le doveri appendere ma, a volte, ho dei tempi lunghissimi di esecuzione dei miei progetti anche banali)per ricordarmi che anche se alcuni giorni ammuffisco dentro l'ufficio, poi potrò fare quello che mi piace (e questa è una fortuna).
Infine, da autoproclamato saggio del gruppo, vi dico che come trentenni o prossimi tali non siete per niente male, e vi ricordo che - citando un romanzo che sto leggendo e che consiglio: "Dona Flor e i suoi due mariti" J. Amado -
QUELLO CHE CONTA VERAMENTE NELLA VITA SONO L'AMORE E L'AMICIZIA. TUTTO IL RESTO E' PACCOTTIGLIA.
Non sarò stato un pò troppo melenso per un blog intitolato cinicamente trentenni?

Paolo ha detto...

Ed eccomi nel mondo dei blog!
Cinico, mi c'hai tirato tu dentro.
Sto mettendo in piedi supportato dalla mia consueta logorrea la riflessione personale sui 30enni.
Segui http://generazione76.blogspot.com/

cià

Francesca ha detto...

Bhe... mi sento a disagio...ancora 29 enne!!!! ma per il resto, tutto più o meno in linea con voi: laurea in breve tempo, tante speranze e poi l'incerezza...ma io sono fiduciosa, sarà che mi sono disperata talmente tanto dal 2003 ad oggi, che mi sono stufata (non rassegnata!).
che dire; di certo siamo la generazione con più coscienza di se' di tutte le precedenti... è questa la causa del nostro male? Sarò un po' leopardiana forse, ma vi assicuro che dal verso giusto quest'interpretazione offre degli spunti ottimistici.
ciaoooo!!!!

localmente ha detto...

Lomba, visto che non riesco più a scrivere su quel blog di cui sopra, leggiti sta gag che ho sviluppato qui:
http://generazione76.spaces.live.com/

se ti va, riportala qui....

Generazione 1.000 Euro ha detto...

Antonio, 32 anni (33 a maggio), laurea in Architettura al Politecnico di Milano, anno 2000.
Forse infetto dal Millennium Bug, da allora - e fino ad oggi - ho fatto il designer, il grafico pubblicitario, il web content editor, un master in comunicazione multimediale con i fondi dell'Unione Europea e il patrocinio della regione Lombardia, l'autore tv, il project manager editoriale e ho collaborato con decine di riviste nazionali spesso leader nei propri rispettivi settori. Il tutto a MAI più di 800 euro al mese, MAI con un contratto diverso dalla collaborazione esterna occasionale, MAI con una sorta di credito formativo per cui l'esperienza che avevo fatto 'prima' poteva valermi anche 'dopo'.
Sinceramente, non ho niente in contrario verso l'idea della Flessibilità (e tante lauree oggi in Italia nascono apposta per praticare la libera professione), ma in Italia è impossibile pensare di costruirsi un presente e un futuro attraverso la Flessibilità e la libera professione... Soprattutto quando non c'è traccia né di Meritocrazia né di Trasparenza nell'assegnazione dei posti di lavoro. Che non è che manchino, in effetti: semplicemente, sono in mano alle persone sbagliate.

Fabio.S78 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Fabio.S78 ha detto...

Io di anni ne ho 28,ingegnere come Lele (quello dei pinocchietti)...
:-)
Purtroppo CINICAMENTE TRENTENNI è proprio il titolo più appropiato per il film sulla nostra generazione. Le colpe di chi sono? E' indubbiamente difficile fare un'analisi distaccata. Ci provo. Sicuramente la colpa maggiore va alla "generazione dei nostri padri". Quella generazione ha agito senza troppa lungimiranza e ora noi ne paghiamo le conseguenze. Forse noi trentenni però dobbiamo fare un "mea culpa": siamo cresciuti senza troppi ideali perchè comunque non ce ne era troppo bisogno. A differenza dei giovani che si battevano per diritti da conquistare noi siamo cresciuti " in cattività", sicuri che quello che era acquisito non si poteva perdere. Come però recita "Il sabato del villaggio" è successo che "All'apparir del vero tu misera cadesti..." e ci siamo svegliati con una coperta troppo corta in cui il presente è complesso ma il futuro non si prevede roseo.
Detta così quindi la scappatoia più semplice sembrerebbe un bel reality show: purtroppo nella società dell'apparire sono questi i valori che vengono trasmessi...
Fortunatamente in questo interessante blog sto leggendo commmenti di persone con i piedi ben piantati a terra: se siamo arrivati nel posto giusto (laurea) nel momento sbagliato (adesso) ...bhè pazienza. Ci rimboccheremo le maniche e cerchero di fare del nostro meglio. Nessuno ci potrà assicurare che i nostri sforzi saranno ripagati...ma oramai c'abbiamo fatto il callo...

Gaia ha detto...

Siamo due milleuristi appena diventati genitori e che dire...i mille euro al mese adesso non sono più la nostra prima preoccupazione...che c'entra - direte voi - invece dovrebbe esserlo a maggior ragione, chiamateci incoscienti eppure non è così...in realtà qualche certezza cominciamo ad averla: un giorno di 24 ore non basta (ce ne vorrebbero altre 24 per far dormire quella terrorista...), viviamo a roma ma non riusciremo mai a comprarci una casa nella suddetta (ahhh...il terrazzo...ahhh...il giardinetto...ahhhh...due camere da letto senza dover ficcare la piccola nella cabina armadio...), eppoi io, la neo mamma, che voglio, di che mi lamento...di nulla infatti...proiettata grazie alla mia laurea verso un futuro incerto di precariato nel quale sguazza ma sta eroicamente riemergendo il mio caro maritino, ho deciso di inventarmi un lavoro diverso e non è che non abbia penato per trovarlo visto che sono la più attempata di tutti voi pischelletti...però visto che ci piace tanto a tutti lamentiamoci comunque che si è sempre in buona compagnia (vedi vecchietti in fila alla posta...ah, le vecchie generazioni, che modello!)
a parte tutto, noi le certezze ce la abbiamo sul serio: sappiamo che non esiste più la destra nè la sinistra, che non avremo mai i pacs, che tra cinquant'anni avremo ridotto un'immondezzaio l'italia...
eppure siamo fiduciosi, toccato il fondo si riemerge, dobbiamo solo capire quale è! non vogliamo semettere di crederci ... sò che ci rialzeremo a dispetto della sensazione di avere una piovra attaccata ai maroni...lo dobbiamo fare...dobbiamo rischiare ed entrare in gioco...cinici ma cazzuti!la certezza è che senza di noi emma non saprebbe cosa fare, e questo ci riempe le giornate a dispetto dell'incertezza e della paura!30enni contro i meganoidi!

Unknown ha detto...

Bene, bene. In base alle definizioni date, mi posso classificare in due modi: professoressa assenteista e essere con un ruolo indefinito (e contratto da co.co.co) che si aggira per gli Enti pubblici.
Con due lavori (per i quali è richiesta un’istruzione di un certo tipo) sono riuscita a mettere insieme uno stipendio da operaio turnista e sono contenta perchè questo mi permette di vivere basandomi sulle mie risorse. Al giorno d’oggi non è poco! E questo riesco a farlo perché non ho ancora una famiglia mia da mantenere….
Non mi è dispiaciuto fare l’insegnante, ma non mi piace l’idea di farlo con l’organizzazione scolastica odierna e con una strisciante idea, diffusa in tutta la società, che avere un’istruzione non serva a nulla (cosa che di conseguenza sentono anche i ragazzi…).
Penso questo perchè probabilmente prima della vocazione all’insegnamento viene la mia vocazione idealista al cambiamento e miglioramento della società.
Lavorare all'interno della scuola mi ha fatto lo stesso effetto che lavorare all'interno di un ente pubblico: il sistema fa acqua da tutte le parti e non c'è una reale volontà di modifica da parte degli amministratori. Il sistema non è al passo con i tempi, ma lasciarlo così non fa male a nessuno.
Se avvengono cambiamenti, essi sono piccoli piccoli e lenti lenti e nel frattempo i problemi si aggravano e si moltiplicano....
C'è la tendenza a scaricare le responsabilità e le decisioni l'uno sulle spalle dall'altro, cosicchè nessuno ha la colpa di niente... se hai la voglia o la volontà di portare avanti qualcosa vieni visto come un appestato... e poi si inizia a parlarne, parlarne, parlarne finchè ti gira la testa e ti passa la voglia di agire.
Insomma da idealista quale sono il più delle volte mi sforzo di vivere di più e meglio il presente. Mi serve per limitare gli sforzi vani e le delusioni. Ma sempre da idealista quale sono penso che continuare a parlare di questi problemi da trentenni frustati piangendosi addosso l’un con l’altro sia una magra consolazione.
Concludo quindi con una domanda che mi pongo spesso. Cosa posso fare io per cambiare questa situazione che va stretta a me e ad altri come me? Si può fare qualcosa insieme?

Silvia ha detto...

Ho atteso molto tempo prima di scrivere, non so come mia ma l'idea mi mette un po' a disagio. Conosco Daniele da sempre, letteralmente, figli di amici che prendo ad esempio quando penso a cosa vorrei io dall'amicizia. Ci siamo persi di vista per anni nonostante vivessimo nella stessa città, nonostante i nostri genitori continuassero a frequentarsi, eppure anni di silenzio. Poi, in un periodo di festa, forse un Natale, ho preso il telefono e l'ho chiamato, ed è stato come non esserci mai persi. Ho anche avuto la fortuna di vivere la nascita dell'amore con Paola nonostante lei l'abbia poi conosciuta solo il giorno del loro matrimonio; la loro storia è il mio faro nelle tenebre, mi fa ancora sperare che certe cose prima o poi accadano anche se uno non ci crede più.

La mia vita è precaria e io non faccio nulla per renderla diversa, come a volermi immedesimare bene nel concetto: faccio un lavoro che tra poco mi darà un contratto a tempo indeterminato ma lo faccio part-time per non rinunciare totalmente al mio lavoro ideale. Ovviamente mi tengo stretto il lavoro che ho e passare full-tima non sarà un problema, vivo una condizione di interinale "di lusso": il mio contratto è equiparato a quello dei dipendenti effettivi dell'azienda presso cui lavoro, per cui ho ferie pagate, mutua e quant'altro, anche se poi serpeggia sempre la sottile minaccia: "guarda che volendo possiamo non rinnovarti il contratto" ogni volta che non fai quel che dicono a capo chino. Se sei accondiscendente ti mettono i piedi in testa, se tiri fuori le unghie devi però tirarle fuori nel modo giusto fresche di manicure perchè quando ti imponi devi farlo nel modo più conveniente e assicurandoti la sopravvivenza, e mi dispiace dirlo ma sono diventata un'artista nel ruolo. Bisogna essere fermi e decisi sempre col sorriso e con molta cortesia ma con un pelo sullo stomaco che Lucio Dalla in confronto è glabro. E' così che ottieni rispetto...mah!

E come dice Capaerezza: iodellavitanonhocapitouncazzo.

generazione30 ha detto...

Bel blog. anche io ho creato una pagina nel miod edicata ai 30enni (ne ho 29...). se ti va possiamo scriverci. Non vorrei comunque buttarla in politica.
ciao
info@marcellotarozzi.it

Caro Parlamento ha detto...

salve,
mi chiamo giacomo faenza, ho aperto un blog www.caro-parlamento.blogspot.com e vi vorrei chiedere se potete postarlo o anche solo segnalarlo sul vostro sito.

il blog serve per fare il casting delle persone da intervistare per il mio documentario (che sto già girando in tutta italia, prodotto dalla jean vigo italia), si intitola Caro Parlamento, il tema sono i giovani e il lavoro nell'italia del 2008, non ha un taglio politico bensì istituzionale. la costituzione dice cose bellissime in materia di lavoro ma dalle interviste che ho già raccolto emerge che i principi costituzionali non sono stati applicati gran che... il documentario parla di dignità ferita di una generazione e questa volta a dirlo al Parlamento non saranno i soliti articoli di giornale o le fredde statistiche, ma noi giovani col nostro volto, il nostro sguardo, la nostra voce.

grazie dell'attenzione,

giacomo faenza

Comitato genitori Aldo Moro ha detto...

Ciao, siamo un gruppo di genitori che lottano per evitare il trasferimento della scuola elementare frequentata dai propri figli in un’altra sede,già dichiarata dalla ASL e dai VVFF di Terni non idonea per bambini delle elementari.Vi chiediamo di leggere la nostra storia sul blog (comitatogenitorialdomoro.blogspot.com) poi di inviarci una e-mail con questo testo “Trasferimento della Aldo Moro? Non in mio nome” tutte le e-mail ricevute verranno girate all’indirizzo del sindaco di Terni.
Grazie.

lin ha detto...

Bene, eccomi qui. E' da stamattina che stò pensando se scrivere o no. Avevo pensato che era un'inutile perdita di tempo....ma poi egoisticamente ho pensato che "parlare" magari mi facesse bene e quindi ho deciso di scrivere.
Ho 33 fra 20 giorni. Ho lasciato l'università di giurisprudenza prestissimo a causa di grossi problemi personali. Ho lavorato 3 anni nel sociale e da 10 anni lavoro in uno studio professionale addetta alla contabilità. Il mio stipendio arriva si e no ai famosi 1000 euro. Ne sò a pacchi del mio lavoro, anche più del mio titolare, ma lui non ha un'idea di quello che faccio e che so io. Non ha un'idea delle 10 ore di lavoro che faccio al giorno, delle decine di persone che ricevo, le telefonate, i corsi di aggiornamento, la stampa specializzata, le norme che cambiano, le colleghe latitanti che continuano a sfornare figli e tornano part-time. Lui sa solo dove può tirare la corda, lui sa solo chi è la persona che puù caricare e io convivo con il mal di stomaco e l'ansia. Nella prospettiva che "sono fortunata ad avere il posto fisso, ma si matta a cercare qualcos'altro che non ti dà sicurezza?". Sono in trappola, anche perchè vivo in una zona depressa ed essendo sposata da 3 anni con mutuo e marito da altri 1000 euro al mese non posso rischiare. Da 33enne ho tutt'ora paura, paura di ammalarmi di stress, paura di fare un figlio, paura di tutto, non riesco a tranquillizzarmi. La situazione attuale è che nei luoghi di lavoro chi c'è viene sfruttato fino all'anima perchè non si vuole assumere nessun altro e io credo che uno di questi giorni scoppierò.
Scusate lo sfogo

Nad ha detto...

Ciao a tutti,
sono un trentazinquenne (il prossimo Dicembre), "post diplomato", che ha cominciato a lavorare, durante gli studi, part time a 14 anni inseguendo un sogno. Ho cominciato a lavorare fulltime 10 anni fa con un CoCoCo (oggi CoCoPro) sparandosi 260Km al giorno a/r dala provincia di torino a Milano, con la fortuna di avere potuto avere un contratto a tempo indeterminato in una bella societa' con stipendio e benefits da capogiro...diventando anche "manager". Purtroppo "un bel gioco dura poco" e l'azienda e' stata acquisita e chiusa da una grossa societa' di consulenza che mi ha "mobbizzato" per 5 anni finche' sono riuscito a fare valere moneta sonante le mie dimissioni. Forte di questa cosa ho provato a fare del mio hobby un lavoro.. ma purtroppo tra i compensi bassi e le alte tasse mi hanno fatto desistere. Ho dovuto emigrare all'estero, dove esiste il concetto di flessibilita', ma al contrario dell'italia c'e' anche la meritocrazia e non c'e' la Xenofobia italiana (sono sposato con una ragazza straniera, che malgrado 3 post diplomi e tanta voglia di lavorare non ha trovato neanche uno stage non retribuito!). Adesso sia io che mia moglie lavoriamo ed in meno di un anno siamo cresciuti sia professionalmente che economicamente. Dimenticavo.. adesso faccio un lavoro da impiegato "base" e guadagno di piu' che in italia.I costi qui sono paragonabili quelli delle grandi citta' italiane e non sono costretto (anche se lo facevo volentieri) a fare un secondo lavoro per sbarcare il lunario. La colpa di chi e'?? Io credo in parte delle "usanze" clientelistico/mafiose che si sono insinuate anche nel campo del lavoro. Delle scelte economiche che le classi dirigenti hanno fatto in passato che pesano sulla nostra generazione. Delle scelte industriali dei grandi gruppi che hanno spostato le attivita' all'estero. Un po' anche nostra che non ci ribelliamo.