martedì 6 marzo 2007

La parola alla storia di ognuno!

Sono tante le cose che vorrei scrivere.
Talmente ingombranti e talvolta anche confuse che dipanare i pensieri e sciogliere la penna è complicato.
E si rischia di banalizzarle tutte.
Cinicamente trentenni è la mia risposta a chi ci chiama generazione low cost, “quella dei precari qualificati e non”, quella dalle aspettative peggiori rispetto ai propri genitori, quella del “viviamo qui e subito” perché il Domani è solo un’etichetta a cui appendere qualche sogno.
Quella dei coraggiosi per forza quindi. Ad oltranza.

Mi piacerebbe raccogliere le vostre esperienze, opinioni a denti stretti, commentare con voi che siete intorno ai 30 avvenimenti e situazioni vissute e, perché no, pensare di pubblicarle un giorno o l’altro (con il vostro permesso s’intende).
Perché “masticare amaro” in gruppo risulta più digeribile no?
E se si fosse in tanti, allora forse avremmo una voce e qualche idea in più.

Quindi iniziamo da me:

Quasi 30 anni (a Luglio il giro di boa), umbro.
Sposato con una donna magnifica, un lavoro che non si sa in cosa consista (ma lo svolgo al meglio), un auto, un affitto. Non ho problemi di soldi. Per adesso. “A termine insomma”.
Non so spiegare ai miei genitori, moglie, suoceri ed amici quale/i lavoro/i faccio e perché vado a farlo/i a 85 Km da dove abito. Ogni giorno. La cosa più brutta è che al "quale" devo rispondere con un "perché", anche a me stesso. Perché finchè c’è/ci sono lo/i devi fare.
Proviamoci: “Consulente/Ricercatore COCOCO per un ente pubblico centrale (dipartimento di un ministero) con sede di lavoro in uno locale” + “assegnista di ricerca per l’Università”.
<< Si ma in concreto? >> . Di solito concedo all’interlocutore di scegliere tra tre risposte (tanto ormai sarà sicuramente riconcoglionito da qualche quiz televisivo):
1) L’impiegato (Ce lo fatta. L’ho convinto. Ma chi ha mai saputo cosa quotidianamente un impiegato faccia?!)
2) Annaspo con dignità (Pffiùù. Che palle. Vediamo se ha capito che non ho voglia di spiegarglielo!!!)
3) Stercorario da ufficio (uscirne con una battuta è sempre vincente. Avete presente quello scarafaggio che fa palline di sterco. Ecco, io ne faccio tante e velocemente in ufficio e fuori).
Dimenticavo. La mia automobile chiaramente è Gpl.
E mi reputo, anzi sono, un fortunato.
Eppure non è bastato laurearsi nei tempi previsti con il rischio di farlo con una sessione di anticipo, le borse di studio, 2 master e ½, gli stage, i corsi di approfondimento...le cataste di CV inviati e i tanti tanti tanti colloqui, sempre esponenzialmente meno dei CV inviati.
Ho giurato di non far condizionare le mie scelte dalla paura, ma qualche volta è dura.
Stare sempre accesi, in allerta in attesa di un approdo se non stimolante almeno riparato.
Aspirare a progettare almeno a grandi linee la propria vita è un peccato? Chissà forse Ratzinger lo annuncierà al prossimo Angelus insieme ad un nuovo “richiamo” al mondo cattolico contro la fecondazione assistita. Colgo l’occasione per ringraziarlo caldamente: data la mia diagnosticata infertilità prima o poi dovrò concedermi una “girovacanza” all’estero per provare ad essere padre!
Sono (o meglio ero) un diessino tradito, uno dei tanti della nostra età dei “non ex DC, non ex PC, non ex PSI” (insomma di quelli un po’ più liberi ideologicamente) che credeva in una possibilità di cambiamento. Ora ho solo voglia di battermi per delle questioni reali indipendentemente dalla bandiera.
Avverto il peso del disimpegno della mia generazione e la vigliaccheria senile di questa ammissione, ma faccio quadrato sulle poche persone e sulle poche cose che per me contano.
Ho deciso che me ne infischio e che il mio equilibrio me lo trovo da solo.